Mi sa che l’ha già scritta qualcuno ma va bene così
Comincio a scrivere nel giorno meno uno… più che effetto “Sabato del villaggio”, il sentimento predominante è “chissà che cosa mi dimenticherò ancora”, oltre ad un pochino di ansia da prestazione.
E’ strano, so che non avrò il pc al seguito per 2 settimane e quindi sto rinviando tutta una serie di cose stimolanti per quando torno a Milano, nel frattempo sento questa libertà che avanza…
Stamattina ho fatto l’ultimo allenamento, da Carezza a Vigo back and forth, 22 km (poco piano, quindi 50% salita e 736 m di dislivello): la prima parte è la partenza del giorno 1 domani mattina, solo che dopo proseguirò per Arabba.
Dopo aver scollinato al passo di Costalunga, nella discesa verso Vigo mi sono trovato a sfilare una dozzina di Porsche bellissime, molte aperte…erano ferme ad un semaforo di transito alternato (stanno rifacendo un ponte). Risalendo la fila mi rendo conto degli sguardi di invidia nei confronti della mia bellissima Taurus 1908 e dell’eleganza complessiva bicicletta-outfit in uno degli scenari più belli del mondo (vedi foto) – gongolo della cosa e mi riprometto che non sarebbe da me esercitare l’invidia uguale e contraria.
Nel dubbio però, se l’anno prossimo rifaccio il giro, credo che chiederò a Porsche se mi dota di un mezzo, pensavo ad una GT3 oppure una 911 Targa, sicuramente però non accetterò la loro proposta a meno che mi facciano scegliere colore e componentistica come ha fatto Taurus 1908, magari anche i parafanghi in legno.
Non pubblicherò questo articolo stasera, troppo è il timore del Pordoi domani. Era una scelta obbligata volendo partire da Carezza, ma è pur sempre la “cima Coppi” nel giorno 1 del mio viaggio…
Come dice un mio amico che vive in Giappone, intanto cominciamo con una testata poi discutiamo (forse la paternità della frase è addirittura mia, attribuendola a lui che però non ha mai negato l’approccio…).
Aggiornamento del 3 giugno, sono passato sul passo Pordoi a 2242 metri (dislivello totale 1000+) e quindi arrivato ad Arabba, fine della prima tappa: adesso sono stanco ma felice, sono in un posto che amo – nella discesa dal Pordoi ho avuto modo di ammirare, oltre agli scenografici tornanti in discesa, le bellissime piste nere di Porta Vescovo sulla destra, teatro di tante delle mie sciate preferite.
La mia Taurus 1908 ha fatto il suo dovere, sicuramente nella meritata pausa sulla vetta, ha avuto la sua meritata razione di complimenti per l’estetica. Per dirla in francese, invece quando sono in salita quelli delle Porsche non mi cag..o di pezza, boh…
Per amore di trasparenza, più di qualcuno mi ha superato in salita (per favore, potrebbe cortesemente fare pipì in una provetta?) ed un paio di km li ho anche fatti spingendo la bici, ma va bene così, ve lo assicuro.
Comincio anche a pensare che forse ce la potrò fare a completare il mio giro
”Scusa, ma il Pordoi non sono 2239?” – “Sì, ma io pedalavo a 3 metri da terra….”
Claudio Bianchi